«Sopra la fede è fondata la scienza teologica»: questa frase del santo dottore della Chiesa francescano Bonaventura, di cui celebriamo quest’anno i 750 anni dalla morte, ci aiuta a comprendere l’importanza della teologia, che egli definiva «la pia notizia della verità credibile». All’epoca di Bonaventura approfondire la propria fede era un privilegio di pochi; ora le mutate circostanze storiche ci rendono facilmente accessibile il patrimonio di duemila anni di storia cristiana, un tesoro che non va disperso, ma al contrario raccolto per essere custodito, trasmesso e ulteriormente approfondito e ampliato. È desiderio della Chiesa che questo tesoro sia reso accessibile a tutti i credenti che desiderano averne parte. Va in questa linea la decisione, che la Santa Sede ha preso qualche anno fa, di rendere possibile a tutti l’accesso ai corsi teologici offerti nei Seminari, frequentando singoli corsi o conseguendo il grado accademico del baccalaureato. Dallo scorso luglio è stata aperta questa possibilità anche per il nostro Studio teologico diocesano, intitolato al “Card. Celso Costantini” e affiliato alla Facoltà Teologica del Triveneto di Padova.

Dal 1° giugno al 25 settembre, perciò, sono aperte per tutti le iscrizioni per l’anno accademico 2024-25. Oltre che come studenti ordinari, che frequentano tutti i corsi e al termine conseguono il baccalaureato, è possibile anche iscriversi come uditori, seguendo solo le discipline che interessano particolarmente e potendo anche sostenerne i relativi esami. Il piano di studi prevede un curriculum di cinque anni, suddivisi in un biennio filosofico e un triennio teologico; il percorso abilita anche all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Le lezioni si tengono negli ambienti del Seminario; iniziano il 19 settembre e si svolgono dal lunedì al giovedì dalle 16.40 alle 20.00, e il sabato dalle 8.30 alle 11.50.

Riprendendo le parole di Bonaventura nell’Itinerario della mente in Dio, accogliamo l’invito a illuminare anche con la ragione la nostra fede e a lasciare che la fede illumini, guidi e sostenga la nostra ragione: «Invito il lettore prima di tutto alla preghiera fatta mediante Gesù Cristo, il cui sangue toglie le macchie dei nostri peccati, affinché non s’illuda che possa bastare la lettura senza la pietà, la speculazione senza la devozione, la ricerca senza l’ammirazione, l’attenzione senza la gioia, l’attività senza la pietà, la scienza senza l’amore, l’intelligenza senza l’umiltà, lo studio senza la Grazia, l’intuizione e la ricerca umana senza la sapienza ispirata da Dio».

d. Stefano Vuaran
Articolo pubblicato su “Il Popolo”, 16.06.2024

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